Multa salata per il colosso telematico
Un giudice francese del Tribunale del Commercio di Parigi, lo scorso 30 giugno, in seguito a citazione di Louis Vuitton, Christian Dior Couture e Christian Dior Parfums, ha condannato il famoso marketplace Ebay al pagamento di una multa di 38,6 milioni di euro a causa della presenza di prodotti contraffatti delle maison d’oltralpe sul sito del colosso americano. Il giudice, sostanzialmente afferma che Ebay non avrebbe fatto abbastanza per prevenire questo genere di frodi. Il provvedimento si inserisce nel solco aperto, il giugno scorso, da un altro giudice francese che ha inteso dichiarare legittime le ragioni di Hermes, i cui prodotti – o per lo meno alcuni prodotti – contraffatti erano stati, come è accaduto per Louis Vuitton e Dior, messi all’asta sul sito di Ebay. Per altro, il sito d’aste americano non è nuovo a questo genere di disavventure: lo scorso anno, infatti, Ebay perse una causa intentata da Rolex, in Germania, per gli stessi motivi che hanno indotto alla controversia giudiziaria le due case di moda francesi. Va detto, inoltre che Tiffany, negli Stati Uniti, è attualmente ricorrente in analoga controversia. Si ritiene tuttavia che la multa chiave sia quella di 38,6 milioni di euro; una multa che rischia di aprire le porte ad un indirizzo giurisprudenziale in via di rapido consolidamento. Il tema, di grande importanza, è quello del grado di responsabilità che si ritiene siti web e portali debbano avere in ordine ai contenuti, spesso contra legem, apportati da terzi. Il proliferare di luoghi nella rete ove chiunque possa pubblicare opinioni, inserzioni, video, commenti e suggerimenti genera, com’è ormai noto, situazioni in cui la solidità dei diritti dei cittadini è messa seriamente a repentaglio. Ad essere caratterizzati da particolare ‘sensibilità giuridica’, come emerge da quanto testé esposto, sono soprattutto i siti d’aste: autenticità, genuinità, legalità etc. di quanto messo all’asta sono aspetti frequentemente calpestati.
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