Cassazione Civile: il danno alla vita sessuale deve essere risarcito in quanto psichico e biologico
Con la sentenza n. 13547 dell’11 giugno 2009 la Suprema Corte di Cassazione ha accolto il ricorso di una donna la cui vita sessuale, in seguito ad un intervento di isterectomia, era stata gravemente compromessa. Il Tribunale di primo grado aveva escluso la risarcibilità del danno alla vita sessuale nonché di quello ‘estetico’. In Appello, veniva riconosciuto alla donna il diritto alla somma di € 114.000,00 a titolo di risarcimento del danno biologico, rimanendo affatto esclusa, nuovamente, la risarcibilità del danno alla vita sessuale. Per contro, la Suprema Corte di Cassazione, accogliendo il ricorso, ha rinviato il caso alla Corte d’Appello indicando la necessità del riconoscimento del diritto ad un risarcimento di maggior entità per la ricorrente, la quale, subendo l’asportazione dell’utero, subiva altresì l’inibizione della vita sessuale. La Suprema Corte, in particolare, ha sottolineato che la perdita o la riduzione della sessualità costituisce anche un danno biologico ed è ormai innegabile che “la perdita o la compromissione anche soltanto psichica della sessualità costituisca di per sé un danno, la cui rilevanza deve essere apprezzata e globalmente valutata”. Dato quanto sopra, si è portati a credere in una nuova e maggior tutela giurisdizionale del diritto alla vita sessuale. Per altro, si ritiene di grande importanza il riconoscimento dei profili psichico e biologico sotto i quali, nella sentenza in commento, è stato considerato il danno alla vita sessuale.
© 2009 Studio Legale Casa Carattini, Avvocati in Parma dal 1955.