Class Action: il Tribunale di Torino dichiara inammissibile la prima azione collettiva italiana
Con ordinanza depositata in cancelleria il 4 giugno 2010 il Tribunale di Torino ha dichiarato inammissibile la Class Action presentata dal Codacons nei confronti di Banca Intesa Sanpaolo. L’azione collettiva aveva ad oggetto la presunta illiceità delle commissioni di massimo scoperto praticate dal gruppo lombardo-piemontese. Nell’ordinanza del Presidente del tribunale di Torino, tuttavia, si statuisce che il presidente del Codacons, correntista Intesa Sanpaolo, non avesse in realtà subito danno alcuno; da cui la dichiarazione di inammissibilità per mancanza di interesse ad agire. Presupposti per poter proporre l’azione collettiva sono quelli ordinari previsti per poter proporre azione giudiziale individuale: capacità processuale, legittimazione ad agire (ordinaria e probabilmente anche straordinaria), interesse ad agire, rappresentanza tecnica. Nella azione collettiva è necessario che tali presupposti processuali individuali sussistano in capo all’attore/proponente l’azione collettiva. Infatti, solo tale soggetto diviene parte processuale; gli altri soggetti eventualmente interessati non sono parti in causa, non essendo quindi titolari di alcun potere normalmente spettante alle parti, ivi incluso il potere di impugnare il provvedimenti giurisdizionali pronunciati in corso di causa. Ciononostante, tali soggetti potranno beneficiare del provvedimento favorevole eventualmente pronunciato nel giudizio in cui non erano parti.
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