Le imprese estere che fanno cartello nel territorio dello Stato passibili di sanzioni
Alle imprese straniere accusate di operare sul mercato cinese mediante la costituzione di cartelli potrebbero essere comminate, a partire da venerdì prossimo, sanzioni pecuniarie di valore compreso fra l’1 % e il 10% del fatturato globale. In effetti, questo pare essere, per il momento, uno degli aspetti più salienti delle nuove leggi sulla competizione che entro la fine di questa settimana saranno introdotte dal Governo Cinese. Nonostante le sanzioni possano ammontare fino al 10% del fatturato, ciò che desta maggiormente attenzione è la prevista soglia minima dell’1%. Infatti, in atri mercati, la soglia minima prevista è dello 0%. Nell'insieme, le nuove leggi si avvicinano in buona sostanza a quelle che caratterizzano i mercati americano ed europeo, con le alcune differenze non trascurabili. Ad esempio, a parità di violazione, le leggi europee prevedono sanzioni che partono dallo 0% del fatturato e che rimangono vicino allo zero per gli illeciti di lieve entità. Dalla entrata in vigore delle leggi sulla competizione si prevede che gli enti di vigilanza cinesi operino, da subito, un incisivo e capillare controllo del mercato. Il rischio, dunque, per le imprese straniere sussiste, ed è il seguente: pagare sostanziose sanzioni per violazioni di minima entità. Le nuove leggi prevedono il risarcimento del danno, ottenibile mediante azione giudiziale, per quei consumatori e quelle aziende che siano stati danneggiati da violazioni delle norme sulla concorrenza. Si stima che con l’entrata in vigore delle nuove leggi le imprese cinesi ricorreranno in gran numero allo strumento della tutela giudiziaria per difendersi dalla presenza delle multinazionali straniere. Ad oggi, in Cina, le norme vigenti sulla concorrenza sono poche, basiche, e raramente applicate. Questo pone le aziende straniere già operanti sul mercato cinese sullo stesso piano di quelle che vi sono appena entrate e di quelle che vi entreranno nel prossimo futuro: per tutte emerge ora l’improcrastinabile necessità di adottare piani d’impresa rispettosi della nuova disciplina in materia di concorrenza. Va ricordato che la nuova normativa interesserà anche le aziende cinesi, non solo quelle straniere, che si ritiene siano comunque più a rischio. In conclusione, si intende sottolineare l’importanza di un’attenta valutazione del valore two-sided di queste nuove leggi: da un lato, infatti, esse rappresentano una potenziale fonte di sanzioni per le imprese straniere; dall’atro, però, esse possono rappresentare un valido appoggio, o comunque maggiori sicurezze e garanzie, per le imprese che hanno sul tavolo progetti di penetrazione del mercato cinese. © 2008 Studio Legale Carattini Parma